CONTEMPORANEA

Vivere al Tempo del Crollo

CONTEMPORANEA FESTIVAL_17 Le Arti della Scena quest’anno compie i suoi diciotto anni di attività; un luogo e uno spazio in cui ogni anno si ricompone un progetto culturale rivolto ai diversi ambiti della ricerca nel campo della cultura contemporanea e dello spettacolo dal vivo. Un’occasione per sperimentare poetiche e visioni che mettono al centro dell’interesse l’agire scenico e il processo di costruzione dell’opera, raccogliendo la sfida di progettare dovendo confrontarsi con uno spazio e un tempo che si presentano come vincoli ma anche potenzialità espressiva. Il festival diventa così luogo di incontro di linguaggi differenti, presenti e futuri.

CONTEMPORANEA FESTIVAL_17 - Vivere al Tempo del Crollo - vuole avviare una riflessione intorno al tema del Crollo come metafora, astrazione, realtà dell’epoca estrema in cui viviamo, un tramite che ci permetta di cogliere il senso di questo tempo vorticoso, colmo di eventi che continuamente ci travolgono. Il crollo ha la brevità e l’efficacia di un punto di vista che muta improvvisamente per adattarsi a una nuova lettura e interpretazione del mondo; il suo movimento è sincopato, il suo andamento è dirompente. Quando si pensa al crollo si fa riferimento a qualcosa che riguarda una condizione personale; ogni individuo e artista ha una visione soggettiva del crollo collegata a un’idea di collasso, un insieme di avvenimenti, fantasie, sogni, paure che possono appartenere al presente, al passato o a un tempo indefinito. Un tema intimo e al tempo stesso universale che può avere un’accezione concreta, astratta, personale, collettiva, locale, globale. È qualcosa che appartiene all’etica del gruppo, alla politica, al sistema economico, a un principio filosofico e culturale. Sul piano della realtà, possiamo intendere il crollo in senso geofisico, un punto di rottura, una catastrofe, un terremoto come insurrezione improvvisa della crosta terrestre. Il crollo è in ogni caso in collegamento inevitabile con ogni processo di crisi; si deve crollare o far crollare per realizzare qualcos’altro, demolire per costruire come principio originario di ogni processo creativo. Crediamo che i linguaggi performativi siano in grado di scorgere, sotto i crolli e le macerie, la possibilità di una nuova trasformazione, metamorfosi del pensiero, assumendo le arti della scena come strumenti dinamici di traduzione del presente.