KINKALERI / JACOPO BENASSI

NO TITLE YET

30 settembre h 22.00 | spazi Biblioteca Lazzerini

biglietto / ticket 7,00 € (rid. 5,00 €)
durata / time 40’

 

KINKALERI

deazione e realizzazione /project, realization Jacopo Benassi, Kinkaleri/Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco
produzione / production Kinkaleri

foto / photo Jacopo Benassi


 

ll nuovo progetto di Kinkaleri in collaborazione con il fotografo Jacopo Benassi, indaga la dinamica dell'immagine usando la performance come elemento di condivisione di spazi. Un movimento circolare dove pubblico e performer dialogano sullo stesso piano, sotto gli occhi del flash fotografico come punteggiatura visiva di azioni condivise. In bianco e nero. La performance ha un titolo: NTY. Assistendovi si reagisce come a qualunque altro oggetto nel mondo, si nota soprattutto la sua collocazione con tutti gli elementi raccolti in uno spazio unico, dove ogni barriera risulta dissolta anche se affiorano ripetute soglie. Qualcosa accade e a ognuno è mostrata la responsabilità della propria presenza dislocata su più livelli. Un famoso fotografo in ciabatte sovrappone tutti i piani della rappresentazione con la velocità del presente. La proiezione diventa un affresco fotografico simultaneo di ciò che accade. Poi entra in scena la mente e chiede: che succede?


 

The new Kinkaleri project realized in collaboration with the photographer Jacopo Benassi explores the dynamics of the image using the performance as an element of sharing spaces. A circular motion where audience and performers talk on the same level, under the eyes of the camera flash as a visual punctuation of shared activities. In black and white. The performance has a title: NTY. Watching the show you will react as to any other object in the world, you notice above all its location with all the elements gathered into a single space, where each barrier is dissolved although other thresholds emerge. Something happens and to each one is shown the responsibility of his own presence spread over several levels. A famous photographer in slippers overlaps all the performance's layers with the speed of the present. The projection becomes a photographic simultaneous fresco of what happens. Then come on stage the brains and ask, what happens?