THE FORGETTING OF AIR
24 dalle h 19.00, 25 dalle h 18.00 settembre | spazi Istituto culturale Lazzerini
in collaborazione col network Finestate Festival - progetto speciale in prima nazionale
in collaboration with the network Finestate Festival - special project italian première
biglietto / ticket 5,00 € (rid. 3,00 €)
durata / time max 60'
prenotazione obbligatoria / booking is mandatory
creazione artistica / concept Francesca Grilli
scenografia / scenography Paola Villani
con / with Hassanein Ali Al Zubaidi e / and Ahmed Tanbouz
training voce / voice training Alessandra Bordiga
coproduzione / coproduction Contemporanea Festival--Teatro Metastasio di Prato, Terni Festival-Teatro Stabile dell’Umbria
in collaborazione con / in collaboration with MAXXI Museo Nazionale delle arti del XXI secolo, Kunstencentrum Vooruit, Studio Grilli
grazie a / thanks to Benno Steinegger, Victoria Deluxe, Albert Hera
un ringraziamento speciale all’Assessorato alle Politiche di Cittadinanza e Progetto S.P.R.A.R. Prato / a speciale thanks to Assessorato alle Politiche di Cittadinanza e Progetto S.P.R.A.R. Prato
The Forgetting of Air è una performance che indaga l’abilità di vedere nell’oscurità ciò che, come le lucciole di Pasolini, appare nonostante tutto. Partendo da una ricerca sulle figure ai margini della società, il lavoro trova nell’idea di aria come territorio di scambio di Irigaray, il terreno per una riflessione sui processi di migrazione contemporanei. I performer, che hanno lasciato il loro paese, a volte rischiando la vita in mare, condividono con il pubblico il respiro come flusso di significato, la prossimità e la distanza in uno spazio carico del vapore delle acque del Mediterraneo e un tempo segnato dal loro respirare e dalle sue potenziali interruzioni, contenute in una voce che rimane, risuona e condivide con noi la stessa aria.
The Forgetting of Air is a performance on the ability to see in the dark, that which appears in spite of everything, like Pasolini’s fireflies. Starting from a research around the figures at the margins of society, the work grounds in the idea of air as territory of exchange by Irigaray, a reflection on the contemporary migration processes. The performers, who left their countries risking, in some cases, their life in sea waters, share with the audience their breath as a flow of meaning; the proximity and distance in a space filled with steam coming from the Mediterranean Sea’s waters; and a time marked by their breathing and its potential interruption, contained in a voice that remains, resounds and share the same air with us.