CONTEMPORANEA / F E S T I V A L

24.5 > 27.5 10
ALVEARE VOLUME I

Officina Giovani, h. 22.30
numero limitato, si consiglia la prenotazione /
limited seats, booking is recommended
biglietto / ticket 7,00 € (rid. 5,00 €)

PORTAGE
ENRICO GAIDO <> ALESSANDRA LAPPANO
ECHO
ADAMO’S HOME project

ALVEARE / percorsi performativi / performative events
ECHO

Performance – Installazione / Performance – Installation
gasbeton, plexiglas, micro-cariche, gelatina, video / aerated light concrete, plexiglas, microcharges, gelatin, video

di / by PORTAGE
Enrico Gaido <> Alessandra Lappano
in collaborazione con / in collaboration with:
Riccardo Dondana – tecnologie esplosive applicate / applied explosives technologies
Fulvio Montano/Azul – camera/editing
contatti e diffusione / networking and diffusion Alessandra Simeoni | dada prod.

Un'esplosione “congelata” nel primo istante del suo accadere come in un fermo-immagine.
Si fissa nel tempo un preciso istante di una dinamica che si esaurirebbe molto rapidamente, se ne amplifica la forza, ma è la forza dell'accadere, non dell'esplosione in sé. È un attimo rubato al fluire della vita, ma non è l'immagine dell'istante decisivo, è un istante dilatato, un frame che è stato, che è e che ancora sarà perché bloccato da una resistenza, la resistenza di un materiale debole ma che “minaccia”.
Un'altra esplosione produce degli oggetti d'uso inutilizzabili, ma l'impossibilità di servirsene ha una valenza creatrice, si trasforma in gesto artistico e distingue l’opera dall’oggetto di design, la versione dalla copia.

A “frozen” explosion just after being triggered, like in a freeze frame.
The exact time point of a dynamic is caught which would normally dissipate rapidly; its force is amplified: the force of the occurrence rather than of the explosion itself. An instant captured from life’s flow. It does not represent a definite instant; instead, a delayed instant, a frame that has been, is, and will be because it is held back: the resistance of a weak yet “threatening” material.
Another explosion yields unusable everyday objects, and the inability to use them has a creative power. It becomes an artistic gesture and distinguishes the work from an object of design, the version from the copy.

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